Fu Magellano a battezzare quello che è il maggiore Oceano del Pianeta (da solo occupa quasi un terzo della superficie terrestre) con il nome di Pacifico, come segno distintivo di un mare sul quale la navigazione si era sempre dimostrata quiete e, appunto, “pacifica”.
Le isole bagnate dal Pacifico si dimostrano come un’insieme di “suite” affacciate sul mare, dotate di una incredibile varietà faunistica e vegetale, che si estendono dall’est del Giappone, delle Filippine e dell’Australia sin quasi alle Americhe. Una sorta di “villaggio globale”, o anche “eden ritrovato”, come spesso vengono battezzate per testimoniarne la bellezza e la ricchezza di cui sono parte.
La vegetazione tropicale e le spiagge bianche fanno da cornice a questi insediamenti naturali scelte da migliaia di specie ittiche come meta designata per la riproduzione. Ancora oggi la maggior parte delle isole del Pacifico si presenta quasi completamente disabitata dall’uomo, come nel caso delle isole Fiji dove le isole di Mamaucas, Viti Levu e Yasawa si pongono come fiore all’occhiello dell’intero arcipelago.
Dalle barriere coralline di Bora Bora, che detiene la più ampia varietà ittica del Pacifico, sino alle isole di origine vulcanica dell’arcipelago delle Cook, le occasioni per concedersi un viaggio in stretto contatto con il più vasto bacino del pianeta non mancano, dallo snorkeling all’avvistamento del passaggio delle balene da osservare al largo di Moorea (tra fine estate e inizio autunno), o nelle immersioni tra le barriere coralline dove il riverbero dei colori non ha eguali tra tutte le specie viventi.
Le isole del Pacifico sembrano davvero rappresentare tutto quello che nella nostra cultura passa sotto il concetto di Paradiso, un Eden incontaminato in cui l’uomo può ritrovarvi l’originaria bellezza del creato.
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